mercoledì 7 ottobre 2015

La rapina delle acque della Carnia, a norma di legge

Franceschino Barazzutti, a nome dei Comitati per la difesa territoriale della montagna friulana risponde al Sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo che giustifica la sottrazione della gestione dell' acqua ai Comuni con l' adempimento a una norma di legge.

Un comodo espediente, quello della norma di legge, per non dar conto delle scelte infelici iniziate con la creazione della società Carniacque nata -secondo quanto asserito dagli amministratori del tempo- proprio per mantenere in Carnia la gestione della risorsa.

Come da sempre sostenuto da chi ha da subito avversato questa scelta, la società di gestione non era altro che uno stadio preliminare che avrebbe aperto la strada verso la progressiva sottrazione di controllo da parte dei territori nei quali si trova la risorsa.  

Come quel padre che, non  riuscendo a far calare la febbre al suo bambino, non trova di meglio che calpestare il termometro frantumandolo sotto i piedi così una classe politica che non ha saputo tutelare i delicati equilibri e la magra economia della montagna ora accusa di populismo chi aveva da sempre segnalato i rischi della non scelta e del comodo farsi scudo dietro all' ineluttabilità di una legge iniqua.

Non è vero che non c'è scelta, come hanno a suo tempo dimostrato i sindaci "disobbedienti" della Carnia (ma anche della Sardegna) e come stanno dimostrando un terzo della Amministrazioni comunali del Friuli che si oppongono all' arroganza del governo regionale che intende sostituire ai rappresentanti eletti dai cittadini i propri "federali" per attuare le unioni territoriali (UTI) in Friuli Venezia Giulia.        


    "Ha la coda di paglia il sindaco di Tolmezzo, Brollo" afferma Franceschino Barazzutti, "dal momento che, prima mi rivolge un invito – da me accettato - ad incontrarlo nel suo ufficio per uno scambio di opinioni sul servizio idrico, ma poi mi rivolge un attacco sulla stampa, nonostante gli abbia cortesemente messo a disposizione un’abbondante documentazione sia sugli indirizzi centralizzatori e speculativi su tale servizio, negativi per la nostra montagna, sia sui modelli gestionali attuati positivamente in altre regioni a statuto speciale.
Forse, il sindaco Brollo, sul modello ora in auge per cui chi ha un ruolo istituzionale di “comando” vuole sentirsi dare ragione dal suo interlocutore, pena essere definito “gufo”, non ha apprezzato che nella conversazione, cordiale, e nelle dichiarazioni alla stampa io abbia esposto quelle che sono le mie convinte posizioni al riguardo non coincidenti con le sue, sulle quali egli mette sbrigativamente il timbro ora in auge “populiste”, anche se attuate positivamente nel Trentino a statuto di autonomia speciale come la nostra Regione. Populista anche la Giunta del Trentino?

Posizioni le mie, espresse in passato e nel presente, che ritengono sbagliata la centralizzazione della gestione del servizio idrico nei territori montani. Posizioni confermate dal fallimento dell’esperienza di Carniacque.

Grave è che da questa esperienza negativa non si voglia imparare nulla, anzi si va a centralizzare ulteriormente il servizio addirittura nel friulano Cafc, paghi di qualche contentino a venire, mentre nella sostanza la Carnia perde, dopo le acque, tribunale, servizi postali, CoopCa, ecc, persino l’acqua del rubinetto! Questa è la coda di paglia del sindaco Brollo. Ma lui è pago! Ma a pagare è la gente.

Il sindaco Brollo, anziché nascondersi frequentemente dietro al “lo vuole la legge”, ricordando che le leggi non le scolpisce Mosè sul monte Sinai ma gli uomini conformemente a determinati interessi che non considerano la montagna, farebbe bene, vista la sua vicinanza alla Presidente ed assessore alla montagna Serracchiani, a chiedere assieme agli altri sindaci della Carnia una legislazione aderente ai bisogni della montagna.

Non è Barazzutti – che non ha tanto potere - a “mettere in cattiva luce i sindaci” ma la continua caduta della Carnia e, nel caso di Tolmezzo, il fatto che non si vede nessun “lusôr” a meno che non ci si accontenti con qualche trionfalismo del “lumìn” acceso in quello che era il tribunale.

Si chiede Brollo, in relazione alle mie posizioni da lui definite populiste, a cosa mi sia giovata “l’esperienza e l’importante passato di amministratore pubblico”. Rispondo che mi è servita ad osare per uscire dall’ordinarietà, a tenere la schiena dritta anche di fronte a chi stava più in alto di me. Per questo sono stato rispettato e non adoperato. Ciò, diversamente dalle troppe schiene che si piegano come giunchi davanti ai “superiori” sino a diventare trasmettitori in loco della di loro volontà anzichè far valere in alto la volontà di chi sta in basso.

Al sindaco Brollo, nonostante l’opaca partenza della sua amministrazione, auguro di riuscire a fare almeno un po’ di quanto fece tanti anni fa l’allora sindaco di Cavazzo Carnico Barazzutti".